In queste settimane è tornato l’incubo ebola, un virus appartenente alla famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l’uomo, che causa una febbre emorragica, vomito, diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna ed esterna. Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Finora sono stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l’uomo. Fin dalla sua scoperta, il virus ebola è stato responsabile di un elevato numero di morti. Verosimilmente il virus è trasmesso all’uomo tramite contagio animale. Il virus si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Potenzialmente il virus potrebbe essere utilizzato come arma biologica: come agente di bioterrorismo, il virus è classificato di categoria A. La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall’elevata mortalità e dal livello di contagio: un’epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l’intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia. La nuova ondata di epidemia che si è scatenata in Africa, ha già causato 961 morti anche se si attendono i nuovi dati dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). E’ notizia di ieri che è stato individuato il paziente zero, un bambino di due anni morto a dicembre in Guinea. La fonte è il New York Times che ricostruisce la successione di morti avvenute dopo la scomparsa del bambino: dopo una settimana dalla sua morte anche la mamma, la sorella e la nonna sono decedute e tutte con febbre, vomito e diarrea. Successivamente altre due persone presenti al funerale hanno preso il virus e lo hanno trasmesso nel proprio villaggio contaminando a loro volta altre persone. In men che non si dica si è scatenata l’epidemia, riconosciuta come epidemia di Ebola solo a marzo e ora la situazione è drammatica. Al momento l’epidemia è limitata a quattro paesi dell’Africa occidentale, Guinea, Liberia, Sierra Leone e in Nigeria. Medici senza frontiere ha fatto scattare l’allarme e ora è una corsa contro il tempo per produrre dei vaccini contro il virus Ebola. E’ chiaro che se il virus non dovesse essere fermato per tempo l’epidemia potrebbe arrivare anche in Europa, soprattutto a causa dei numerosi clandestini che cercano rifugio in paesi europei. Non c’è da spaventarsi e creare falsi allarmismi però è chiaro che una situazione di questo genere e con un virus di questa portata è da tenere sotto controllo. Di sicuro vi terremo aggiornati.