Alcuni ricercatori del Johns Hopkins Children’s Center e della University of Nebraska hanno individuato nella gola di alcuni soggetti sani un virus associato ad un più basso quoziente intellettivo. Il virus, già battezzato come “virus della stupidità”, è noto in ambito scientifico con il nome di ATCV-1 che ha la proprietà di attaccare una specie di alghe verdi che si trovano in laghi e fiumi. La ricerca è stata eseguita su 92 volontari e il 43,5 % di loro ha contratto l’infezione virale con conseguente alterazione di una serie di funzioni cognitive che vanno dall’elaborazione degli stimoli visivi all’orientamento nello spazio. In particolare, i soggetti colpiti dal virus, erano più lenti nel disegnare una linea di connessione tra una sequenza di numeri distribuiti a caso in una pagina rispetto agli altri. I ricercatori hanno poi scoperto come la presenza del virus era associata a livelli di attenzione più bassi e a una diminuzione della consapevolezza spaziale. Secondo il rapporto pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science, la rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze Usa, il 44% delle persone colpite dal virus in questione hanno evidenziato, in appositi test, un quoziente intellettivo più basso di 7-9 punti rispetto alla media. I ricercatori non si sono limitati agli essere umani ma hanno iniettato lo stesso virus su un gruppo di topolini da laboratorio ed hanno osservato reazioni simili. Dalla ricerca sembrerebbe che il virus influenzi l’attività dei geni delle aree cerebrali responsabili della memoria e di altre funzione intellettive. Non è noto invece come il virus possa essere trasmesso all’uomo, e secondo gli scienziati, non c’è ragione di pensare che ci sia una trasmissione tra le persone o gli animali piuttosto che gli agenti patogeni possano infettare un altro microrganismo tra le alghe e gli uomini. Questo spiegherebbe come il virus possa arrivare alla gola.