L’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). In termini di mesi di vita persi, questo significa che l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole. Gli effetti sono maggiori al Nord e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno. Si stima che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge ma anche che vi sono considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio italiano. Sono questi i risultati più rilevanti del progetto CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute), finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, con la collaborazione dia Università e centri di ricerca: ENEA, ISPRA, ARPA Piemonte, Emilia Romagna e Lazio, Dipartimento di statistica dell’Università di Firenze, Università di Urbino e Dipartimento di Biologia Ambientale della Università La Sapienza di Roma. Sul sito internet www.viias.it, curato dal partner del progetto Zadig, sono disponibili dati e approfondimenti. I risultati del progetto CCM VIIAS sono stati presentati il 4 giugno 2015, presso l’Auditorium del Ministero della Salute di via Giorgio Ribotta a Roma. L’incontro ha avuto luogo a pochi giorni di distanza dalla risoluzione sull’inquinamento atmosferico, adottata dalla 68°Assemblea Mondiale della Sanità, in cui si pone l’accento sugli impatti negativi dell’inquinamento sulla salute e si invitano i governi a intraprendere misure immediate e urgenti. Lo studio CCM VIIAS rappresenta una tempestiva risposta al problema dell’inquinamento atmosferico, poiché fornisce una mappa dettagliata degli impatti ambientali e sanitari dell’inquinamento dell’aria e propone l’adozione di politiche adeguate per guadagnare salute, in termini di riduzione di malattie e mortalità, riduzione delle disuguaglianze sul territorio e risparmio di risorse pubbliche. Inoltre l’analisi di VIIAS consente di mettere a fuoco come è cambiata la natura dell’inquinamento atmosferico negli ultimi dieci anni, individuando nella combustione di biomasse per il riscaldamento e negli scarichi dei veicoli Diesel i due principali bersagli verso cui indirizzare nuove misure preventive.
Fonte: www.salute.gov.it