La carne e le carni lavorate sono cancerogene. Lo sostiene un’agenzia intergovernativa dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la IARC, International Agency for Research on Cancer, che ha sede a Lione in Francia e ha il compito di dare le linee guida sulla classificazione del rischio legato ai tumori di sostanze chimiche e agenti fisici. E’ chiaro che una notizia come questa, nell’era dei social network e della semplificazione giornalistica, crei allarmismi ingiustificati e parecchia confusione. Ma vediamo di fare chiarezza su quanto emerso nel rapporto dell’OMS. L’OMS sostiene che il consumo di carne lavorata, affettati, wurstel e bacon ad esempio, aumenta il rischio di contrarre il tumore al colon e ha classificato queste carni come cancerogene (gruppo 1). Ha segnalato invece la carne rossa (manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo, e capra) come probabilmente cancerogena (gruppo 2A) dichiarando di non avere prove sufficienti che essa possa causare il cancro e di non pter escludere che i casi di cancro riscontrati siano legati ad altri fattori. Con questa classificazione l’OMS si limita ad indicare come cancerogena o probabilmente cancerogena una determinata sostanza senza però esprimersi su quanto essa sia dannosa o meno per la salute, indica semplicemente quanto è concreto un legame causale tra una sostanza e almeno un tipo di tumore. E’ il motivo per cui la carne lavorata è nella stessa categoria del tabacco ma si commette un grave errore se si pensa che il consumo di carne sia pericoloso quanto il consumo di tabacco. Il consumo eccessivo di carne è risaputo che non porti benefici all’uomo ma è anche vero che non esiste ad oggi uno studio certo che indica una quantità massima di carne da consumare per non correre rischi. La presa di posizione dell’OMS è semplicemente una posizione di cautela, l’OMS non ha assolutamente intimato di smettere di mangiare carne ma di farlo in modo ragionevole e consapevole.