La Food and Drug Administration (Agenzia per gli alimenti e i Medicinali statunitense) ha lanciato l’allarme: il rischio di infarto e ictus causati dall’abuso di farmaci antinfiammatori è maggiore di quanto dimostrato fino ad ora. Gli esperti, in passato, avevano già avvertito che l’uso smodato di farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS poteva causare patologie cardiovascolari. Ma ora si è notato come l’abuso di questi farmaci può aumentare sensibilmente il rischio di infarto, ictus e scompenso cardiaco, soprattutto in soggetti già a rischio. L’agenzia ha ammesso inoltre di aver chiesto ai produttori di farmaci di modificare i foglietti illustrativi in modo da inserire una nuova 
dicitura che evidenzi come questi farmaci aumentino il rischio di infarto e ictus subito dopo la loro assunzione, e che il rischio per soggetti affetti da malattie cardiache sia più alto. Purtroppo si è sviluppata una concezione comune che questi farmaci abbiano solo degli effetti positivi. Invece proprio perchè tali e perchè frutto di sintesi chimica possono presentare effetti collaterali. Ma allora qual è la soluzione migliore per affrontare il problema? E’ chiaro che non è necessario smettere definitivamente di prendere questi farmaci, ma ci deve essere una buona ragione per usarli ed è buona abitudine che le persone sopportino maggiormente il dolore. Si tratta di valutare il rapporto rischio-beneficio. Quando le persone si ammalano di cancro vengono somministrati farmaci molto tossici con parecchi effetti collaterali ma il beneficio di debellare la malattia è molto più alto del rischio di subire questi effetti. Quindi a volte è meglio sopportare un leggero mal di testa piuttosto che rischiare di avere un ictus o un infarto. Come diceva Paracelso: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.”
