L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ha effettuato i primi trapianti di ossa realizzate con stampanti 3D che si integrano perfettamente nel corpo dei pazienti. Sono cinque i pazienti già operati, età media 25 anni e con le ossa del bacino compromesse a causa di un tumore maligno o dal fallimento di una protesi precedente. La progettazione della protesi su misura si basa sui dati del singolo paziente, ricavati con tac e risonanza, a partire dai quali viene realizzato un bacino virtuale e in esso identificata la parte di osso che va sostituita, differente per ogni paziente perché dipendente dalla sua anatomia e dalla estensione della malattia. La stampante 3D lo stampa come se fosse il pezzo mancante di un puzzle tridimensionale perché “si incastri” esattamente dove i chirurghi asportano la parte di osso malata. La protesi è in titanio trabecolare, riproduce cioè il tessuto osseo caratterizzato da una struttura che ricorda una trave. Il grande vantaggio è la ricostruzione nel modo più appropriato possibile dal punto di vista anatomico dei rapporti tra il femore e il bacino, che significa la possibilità di una deambulazione corretta dopo l’intervento. La realizzazione tramite stampa 3D di dispositivi su misura fatti di sostanze biologiche rappresenta un ulteriore ambito di ricerca che il Rizzoli sta approfondendo: verrà attivata una piattaforma di Bioprinting per la fabbricazione di dispositivi “custom made” effettuata tramite l’acquisizione di immagini radiologiche da una TAC dual Energy. I dispositivi potranno essere stampati in tri-dimensione utilizzando diversi tipi di materiali che in alcuni casi saranno scelti per la capacità di veicolare cellule al loro interno. Con queste potenzialità, nel Centro di Ricerca del Rizzoli si potranno effettuare progetti di ricerca con l’obiettivo di identificare i costrutti migliori per applicazioni di medicina rigenerativa dell’apparato muscolo-scheletrico e maxillo-facciale, cui faranno seguito specifiche applicazioni sui pazienti.